martedì 27 gennaio 2009

Giorno della memoria

"Ogni uomo civile è tenuto a sapere che Auschwitz è esistito, e che cosa vi è stato perpetrato: se comprendere è impossibile, conoscere è necessario".(Primo Levi)

http://www.ucei.it/giornodellamemoria/index2.htm






















SE QUESTO E' UN UOMO
Voi che vivete sicuri Nelle vostre tiepide case; Voi che trovate tornando la sera Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo Che lavora nel fango Che non conosce la pace Che lotta per mezzo pane Che muore per un sì e per un no
Considerate se questa è una donna Senza capelli e senza nome Senza più forza di ricordare Vuoti gli occhi e freddo il grembo Come una rana d'inverno:
Meditate che questo è stato: Vi comando queste parole: Scolpitele nel vostro cuore Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi; Ripetetele ai vostri figli: O vi si sfaccia la casa, La malattia vi impedisca, I vostri cari torcano il viso da voi.

Primo Levi

martedì 20 gennaio 2009

domenica 18 gennaio 2009

Io non ho mani che mi accarezzino il volto Foto di Mario Giacomelli

http://www.mariogiacomelli.it/index.html








Il titolo si ispira a una poesia del 1948 di Padre David Maria Turoldo, intitolato semplicemente Io non ho mani: "Nella serie dei pretini ho trovato una dimensione a me sconosciuta; ho spogliato il soggetto dai canoni convenzionali per mettere a nudo l'uomo". Prima identificate con i titoli "Seminaristi marchigiani" e semplicemente "Pretini", le immagini descrivono i momenti di ricreazione nel Seminario Vescovile di Senigallia. L'effetto manuale di stampa amplifica l'effetto grafico e il contrasto con il nero delle tonache su uno sfondo che appare di sola luce bianca. Inizialmente, nelle prime stampe degli anni 60, questo effetto non era così accentuato e lasciava trasparire dietro le figure nere dei seminaristi il segno dell'erba o della pavimentazione. L'idea del movimento è accentuata dalla bassa velocità che serve a creare immagini parzialmente sfocate, mentre la neve è scelta per l'effetto di contrasto e ideale per scatenare la voglia di gioco: "Nevicava, mi sono preparato a fotografare con loro che facevano le palle di neve, ma li ho avvertiti prima; un'altra volta ero nascosto sul tetto mentre facevano il girotondo". Anche in questo caso, Giacomelli ha impiegato molto tempo per comprendere a fondo la vita dei seminaristi e conquistare la loro piena fiducia. Alla fine del lavoro, però, i rapporti si sono irrimediabilmente incrinati: "per un concorso fotografico sui sigari ho mandato una serie sui preti che fumano in un terrazzo all'aperto pieno di fumo, ed erano sigari che ai preti avevo dato io. Il Rettore mi trovò e mi mandò via. Ho vinto un concorso importante ma nel seminario non sono più entrato". http://digilander.libero.it/marcphoto/giacomelli/

martedì 13 gennaio 2009